Artrosi del ginocchio – una patologia complessa

Set 2, 2024Ginocchio

L’artrosi del ginocchio è una patologia complessa e sfaccettata che colpisce l’articolazione del ginocchio, causando dolore, rigidità e mobilità limitata. Questa malattia cronica degenerativa comporta l’usura della cartilagine articolare, il tessuto liscio e “gommoso” che ricopre le estremità delle ossa in un’articolazione e funziona da ammortizzatore. Quando la cartilagine si deteriora, le ossa possono sfregare l’una contro l’altra, provocando dolore e infiammazione.

Ginocchio sano. Le due ossa sono distanziate da una buona quantità di cartilagine (che alle radiografie non è visibile, ma è intuibile come distanza tra le ossa). 
Grave artrosi del ginocchio. La cartilagine, in particolare sul lato interno, non è più presente e addirittura l’osso della tibia è scavato e il ginocchio deformato.

Fattori predisponenti

Oltre alla graduale usura associata all’invecchiamento, diversi fattori contribuiscono allo sviluppo dell’artrosi del ginocchio. La genetica può svolgere un ruolo importante, in quanto alcune variazioni genetiche possono aumentare la suscettibilità alla malattia. Anche il peso corporeo eccessivo può sollecitare le articolazioni del ginocchio, accelerando il danno della cartilagine. Le lesioni articolari, come le rotture dei legamenti o le fratture, possono predisporre all’artrosi in età anche giovanile. Anche l’uso eccessivo cronico dell’articolazione del ginocchio, spesso riscontrato in professioni o sport che comportano movimenti ripetitivi, può contribuire alla condizione. Inoltre, alcuni disturbi metabolici, come il diabete o l’emocromatosi, possono aumentare il rischio di sviluppare l’osteoartrite del ginocchio.

Donna di 48 anni con grave artrosi e ginocchio valgo a seguito di frattura del piatto tibiale laterale del ginocchio sinistro. Dopo aver rimosso la placca di sintesi (al centro) è evidente il danno articolare e la deformità del ginocchio. 
A destra, dopo impianto di una protesi monocompartimentale laterale mininvasiva, il ginocchio è tornato in asse e la sua funzione è stata ripristinata. 

Sintomi

I sintomi dell’artrosi del ginocchio tipicamente peggiorano nel tempo e possono includere:
1. Dolore: è il sintomo più comune ed evidente, spesso aggravato dalle attività di carico.
2. Rigidità: Rigidità mattutina o dopo periodi prolungati di inattività.
3. Gonfiore: L’articolazione del ginocchio può diventare gonfia e calda.
4. Crepitio: Sensazione di scricchiolio o stridore durante il movimento, dovuta allo scorrimento delle superfici articolari usurate.
5. Instabilità: Sensazione che il ginocchio “ceda” o si pieghi a causa dell’indebolimento delle strutture di supporto.

Diagnosi

La diagnosi di artrosi del ginocchio prevede una valutazione approfondita da parte di un operatore sanitario, che comprende un esame fisico e un’anamnesi. Esami di diagnostica per immagini come radiografie o risonanze magnetiche aiutano a visualizzare i danni all’articolazione, come la perdita di cartilagine, gli speroni ossei o il restringimento dello spazio articolare.

Poiché il ginocchio lavora col soggetto in piedi, è fondamentale eseguire le radiografie in carico, cioè in piedi, non da sdraiati, per ottenere una fotografia affidabile della situazione articolare.

Trattamento

Le strategie di trattamento dell’artrosi del ginocchio si concentrano sulla gestione del dolore, sul miglioramento della funzione articolare e sulla conservazione della mobilità. Gli interventi possono comprendere:

  1. Terapia fisica: Esercizi per rafforzare i muscoli intorno al ginocchio e migliorare la flessibilità.
  2. Gestione del peso: La perdita di peso in eccesso può ridurre il carico e quindi le sollecitazioni sull’articolazione del ginocchio.
  3. Dispositivi di assistenza: L’uso di ginocchiere, ortesi o ausili per la deambulazione può fornire un supporto.
  4. Farmaci: Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), analgesici o iniezioni di corticosteroidi o acido ialuronico per alleviare il dolore.
  5. Terapie complementari: Agopuntura, massaggio o terapia del caldo/freddo per alleviare i sintomi.
  6. Opzioni chirurgiche: Nei casi più gravi, si possono prendere in considerazione le protesi di ginocchio, sia monocompartimentali (parziali) che totali.

Localizzazione dell’artrosi di ginocchio

L’artrosi del ginocchio è una patologia che può presentarsi in varie forme, interessando diverse parti dell’articolazione del ginocchio. La comprensione dei diversi tipi di artrosi del ginocchio può aiutare a diagnosticare e gestire efficacemente la condizione. Ecco i tipi principali:

1. Artrosi del compartimento mediale: È la forma più comune e colpisce principalmente la parte interna dell’articolazione del ginocchio. Comporta la degenerazione della cartilagine sul lato interno del ginocchio. I soggetti affetti da artrosi del compartimento mediale possono avvertire dolore sul lato interno del ginocchio, oltre a rigidità e gonfiore e generalmente hanno il ginocchio varo (fatto a parentesi)

2. Artrosi del compartimento laterale: Questo tipo colpisce la parte esterna dell’articolazione del ginocchio, dove il femore e la tibia si incontrano sul lato esterno. L’artrosi del ginocchio del compartimento laterale può causare dolore, gonfiore e instabilità sul lato esterno del ginocchio. I soggetti affetti da questo tipo di patologia hanno tipicamente un ginocchio valgo (fatto a X) e possono avvertire dolore quando si girano o fanno perno.

3. Artrosi femoro-rotulea: Questo tipo comporta la degenerazione della cartilagine tra la rotula e la parte anteriore del femore. L’artrosi femoro-rotulea può manifestarsi con un dolore nella parte anteriore del ginocchio, soprattutto quando si salgono le scale, ci si inginocchia o si sta seduti per periodi prolungati. Può anche provocare una sensazione di strisciamento o di crepitio nel ginocchio.

4. Artrosi bicompartimentale o tricompartimentale del ginocchio: In circa la metà dei casi, l’artrosi può colpire più di un compartimento dell’articolazione del ginocchio. L’artrosi bicompartimentale del ginocchio coinvolge due compartimenti (come quello mediale e quello femorale), mentre l’artrosi tricompartimentale interessa tutti e tre i compartimenti (mediale, laterale e femorale).

La diagnosi del tipo specifico di osteoartrite del ginocchio spesso comporta una combinazione di esame fisico, raccolta dell’anamnesi e test di imaging come radiografie o risonanze magnetiche per valutare la posizione e la gravità del danno articolare. Gli approcci terapeutici per i diversi tipi di osteoartrite del ginocchio possono variare, ma in genere comprendono una combinazione di misure conservative e, nei casi più gravi, interventi chirurgici mirati ai compartimenti colpiti.

Protesi di ginocchio: monocompartimentale (parziale) o totale?

Nelle fasi avanzate dell’artrosi del ginocchio, quando il dolore e la disfunzione articolare diventano invalidanti nonostante trattamenti conservativi come farmaci anti-infiammatori, terapie fisiche o iniezioni, il ricorso alla sostituzione della cartilagine articolare con protesi diventa un’opzione. La protesi del ginocchio può essere considerata quando altri trattamenti non hanno portato sollievo e l’artrosi ha raggiunto un livello inaccettabile di deterioramento articolare.

Prima di tutto è fondamentale sottolineare che le moderne protesi del ginocchio sostituiscono solo la cartilagine, mai l’osso. Pertanto una protesi “totale” non sostituisce il ginocchio in toto, ma solo tutta la cartilagine del ginocchio, lasciando intatti osso, legamenti e muscoli.

La scelta tra protesi parziale e totale dipende dalla sede e dall’estensione del danno articolare. La protesi parziale può essere una buona opzione se il danno è limitato a una sola parte dell’articolazione del ginocchio, permettendo un intervento più mirato e un recupero più rapido. D’altra parte, la protesi totale coinvolge la sostituzione della cartilagine di entrambi i compartimenti femoro-tibiali e, a seconda dei casi, può includere o meno la sostituzione della cartilagine della rotula.

A sinistra, una protesi totale; a destra, una protesi monocompartimentale mediale del ginocchio.

È evidente come la protesi monocompartimentale sia molto meno invasiva; inoltre risparmia i compartimenti sani come la rotula (freccia arancione) e la parte laterale del ginocchio (freccia gialla), e risparmia i legamenti crociati (righe rosse) fondamentali per mantenere la corretta biomeccanica del ginocchio e la sensazione del proprio ginocchio.

LA PROTESI MONOCOMPARTIMENTALE DEL GINOCCHIO

La protesi monocompartimentale del ginocchio, nota anche come protesi parziale del ginocchio, è un intervento chirurgico utilizzato per trattare l’artrosi in un solo comparto dell’articolazione del ginocchio. Ecco una descrizione dettagliata di ciò che comporta:

Procedura: Durante una protesi monocompartimentale del ginocchio, solo la cartilagine e il menisco danneggiati dell’articolazione del ginocchio vengono sostituiti con un impianto artificiale, invece di sostituire l’intera articolazione del ginocchio come in una protesi totale. L’intervento prevede la rimozione della cartilagine danneggiata dal compartimento mediale (interno), laterale (esterno) o femorale (dietro la rotula) del ginocchio e la sostituzione con un impianto in titanio e polietilene. 

L’intervento chirurgico dura circa 30-50 minuti, in anestesia spinale (solo le gambe vengono addormentate) più sedazione (il paziente dorme e non sente nulla durante l’intervento). 

La procedura avviene con tecniche mininvasive (non si tagliano muscoli e legamenti, non viene sacrificato osso), il che permette di far camminare il paziente già la sera stessa dell’intervento e permette di tornare a casa 2-3 giorni dopo l’intervento. 

Per questo tipo di intervento, il rischio infettivo e la necessità di trasfusioni sono trascurabili.

Com’è fatta la protesi monocompartimentale

La protesi monocompartimentale è composta da tre parti:

  1. Uno scudo femorale che copre il condilo femorale in modo simile a come una capsula protegge un dente. 
  2. Una componente tibiale che riveste la parte superiore della tibia, a forma di disco.
  3. Un inserto in polietilene (plastica) che si colloca nella componente tibiale, consentendo alle superfici protesiche di scorrere una sull’altra e di avere ammortizzazione. 

Queste parti della protesi vengono fissate all’osso tramite un cemento speciale che garantisce un solido e ottimale ancoraggio.

I comparti del ginocchio sono 3, per cui le protesi monocompartimentali sostituiscono solo uno di questi tre comparti (riga superiore nella fotografia). 

Protesi monocompartimentale mediale, protesi monocompartimentale laterale, protesi femororotulea.

È possibile, in casi selezionati, associare due protesi monocompartimentali per sostituire due comparti danneggiati del ginocchio, per cui eseguire una protesi bi-compartimentale (ultime due protesi nella fotografia). Questo intervento, sebbene più complesso, ha diversi vantaggi rispetto alla protesi totale: 

  • è meno invasivo 
  • risparmia osso
  • salva il legamento crociato anteriore
  • fa perdere molto meno sangue
  • mantiene la biomeccanica del ginocchio
  • fornisce una articolarità maggiore e in generale ha maggiori prestazioni. 

In casi selezionati, quando il paziente ha un danno di un solo compartimento ma non ha più il legamento crociato anteriore, è possibile eseguire una protesi monocompartimentale combinata con ricostruzione del legamento crociato anteriore (foto in basso a sinistra). Questo tipo di intervento è complesso per il chirurgo poiché prevede competenze di chirurgia protesica e di traumatologia sportiva, ma permette alte prestazioni per il paziente. 

Non esiste un solo tipo di protesi di ginocchio. A sinistra vediamo una classica protesi totale di ginocchio. A destra in alto vi sono invece i tre tipi di protesi monocompartimentali (mediale, laterale e femororotulea) e, sotto, le varie combinazioni: protesi mono + ricostruzione del legamento crociato anteriore, protesi mono + femororotulea, protesi bimonocompartimentale. Tutti questi ultimi tipi di protesi sono meno invasive e più rispettose della funzione articolare rispetto alla protesi totale


I candidati: La protesi monocompartimentale del ginocchio è generalmente consigliata ai pazienti che presentano un’artrosi limitata a un solo compartimento dell’articolazione del ginocchio, hanno tutti i legamenti del ginocchio integri e i loro sintomi non hanno risposto a trattamenti non chirurgici come farmaci, terapia fisica o iniezioni. I candidati a questa procedura hanno generalmente una funzione e una stabilità relativamente conservate negli altri compartimenti dell’articolazione del ginocchio.

Vantaggi

Conservazione delle strutture sane del ginocchio: Poiché viene sostituita solo una parte dell’articolazione del ginocchio, rispetto alla protesi totale del ginocchio viene preservata una maggiore quantità di tessuti sani del paziente, in particolare il legamento crociato anteriore.
Il legamento crociato anteriore è fondamentale per il mantenimento della biomeccanica del ginocchio, il che si traduce nel mantenimento di una sensazione di ginocchio “normale”.
Recupero più rapido: I tempi di recupero dopo una protesi monocompartimentale del ginocchio possono essere più brevi rispetto alla protesi totale del ginocchio, poiché la procedura è meno invasiva e comporta un’incisione più piccola.
Sensazione naturale: alcuni pazienti riferiscono che una protesi monocompartimentale del ginocchio assomiglia di più al loro ginocchio naturale rispetto a una protesi totale del ginocchio, in particolare in termini di gamma di movimento e funzionalità. Questo è dovuto al maggior risparmio dei tessuti sani e al mantenimento della normale biomeccanica del ginocchio.

Rischi e considerazioni

Revisione chirurgica: Sebbene la protesi monocompartimentale del ginocchio possa fornire un significativo sollievo dal dolore e migliorare la funzionalità, esiste il rischio di dover ricorrere a un intervento di revisione in futuro se l’artrosi progredisce in altri compartimenti dell’articolazione del ginocchio.
Non è adatto a tutti: Non tutti i pazienti affetti da artrosi del ginocchio sono candidati idonei alla protesi monocompartimentale del ginocchio. Fattori come l’estensione dell’artrosi, la deformità del ginocchio, l’instabilità dei legamenti, l’allineamento generale del ginocchio e la presenza di artrite reumatoide o altre malattie autoimmuni devono essere valutati attentamente per determinare l’approccio terapeutico più appropriato.
Recupero: Il recupero da una protesi monocompartimentale del ginocchio prevede un periodo di riabilitazione e terapia fisica per recuperare forza, flessibilità e mobilità del ginocchio. I pazienti sono in genere sottoposti a un ritorno graduale alle attività e potrebbero dover evitare attività ad alto impatto o faticose per un certo periodo di tempo per consentire una guarigione adeguata.

È importante che i pazienti che prendono in considerazione la sostituzione monocompartimentale del ginocchio discutano i potenziali benefici, i rischi e le alternative con il loro chirurgo ortopedico per determinare l’approccio terapeutico più appropriato in base alle loro esigenze e circostanze individuali.

LA PROTESI TOTALE DEL GINOCCHIO 

La protesi di ginocchio, nota anche come artroplastica di ginocchio, è un intervento chirurgico per sostituire un’articolazione del ginocchio danneggiata o usurata con una artificiale. Questo intervento è tipicamente consigliato ai pazienti che hanno forti dolori e disabilità al ginocchio a causa di patologie come l’osteoartrite, l’artrite reumatoide o gli esiti di una lesione legamentosa o una frattura.

Procedura della protesi del ginocchio

Procedura: Durante l’intervento di sostituzione del ginocchio, si rimuove quel poco di cartilagine rimasta e pochi millimetri di osso appena dall’articolazione del ginocchio e la sostituisce con un’articolazione artificiale realizzata con leghe metalliche, plastiche di alta qualità e polimeri. Pertanto l’osso sano non viene toccato; la protesi “incapsula” l’osso, non lo sacrifica. L’articolazione artificiale è progettata per imitare la funzione di un ginocchio sano, consentendo di migliorare la mobilità e ridurre il dolore.

Inoltre, se la protesi viene impiantata con metodiche mininvasive, i muscoli e i legamenti non vengono toccati o tagliati, per cui il recupero postoperatorio sarà più veloce e la funzione il più simile possibile a quella del ginocchio nativo.

L’intervento dura circa 40-60 minuti e viene effettuato in anestesia spinale (solo le gambe vengono addormentate) più sedazione (il paziente dorme durante la procedura) e viene eseguito con metodiche mininvasive che permettono di far camminare il paziente già la sera stessa dell’intervento. 

La protesi totale è composta da tre parti:

  1. Uno scudo femorale che copre la parte distale del femore, come una capsula riveste un dente. 
  2. Una componente tibiale che riveste la parte superiore della tibia, a forma di piatto.
  3. Un inserto in polietilene (plastica) che si colloca in mezzo, consentendo alle superfici protesiche di scorrere una sull’altra e di avere ammortizzazione. Alcuni modelli prevedono un inserto mobile, che rende ancora più uniforme il movimento di flessoestensione e rotazione. 

Queste parti della protesi vengono fissate all’osso tramite un cemento speciale che garantisce un solido e ottimale ancoraggio.

Benefici immediati

Sollievo dal dolore: Uno dei principali vantaggi dell’intervento di sostituzione del ginocchio è la significativa riduzione o eliminazione del dolore. Sostituendo l’articolazione danneggiata con una artificiale, i pazienti spesso provano sollievo dal dolore cronico che poteva limitare la loro mobilità e qualità di vita.
Miglioramento della funzionalità: i pazienti con artrosi hanno spesso una articolazione deformata che non si muove più come prima. L’intervento di sostituzione del ginocchio può ripristinare la mobilità e la funzionalità dell’articolazione, consentendo ai pazienti di svolgere le attività quotidiane con maggiore facilità e comfort.
Miglioramento della qualità della vita: grazie alla riduzione del dolore e al miglioramento della funzionalità, i pazienti possono godere di una migliore qualità di vita, partecipando alle attività che prima evitavano a causa del dolore e delle limitazioni del ginocchio. In casi selezionati e in pazienti motivati, è possibile anche riprendere l’attività sportiva.
Soluzione a lungo termine: Le protesi di ginocchio sono durevoli e possono durare per decenni, fornendo un sollievo a lungo termine dai sintomi e consentendo ai pazienti di mantenere uno stile di vita attivo.

Processo per ottenere i migliori risultati

Consultazione e valutazione: la prima fase del processo consiste nel consultare un chirurgo ortopedico specializzato in protesi del ginocchio. Durante il consulto, il chirurgo valuterà le condizioni del ginocchio, l’anamnesi e lo stato di salute generale per determinare se il paziente è un candidato idoneo all’intervento. Determinerà anche il tipo di protesi più adatto a te (qui il link per la sezione protesi monocompartimentali /totali).
Preparazione preoperatoria: prima di sottoporsi a un intervento di sostituzione del ginocchio, il chirurgo può raccomandare alcune misure preoperatorie, come la fisioterapia, la perdita di peso (se applicabile) e l’ottimizzazione della terapia medica per garantire il miglior risultato possibile.
Riabilitazione post-operatoria: dopo l’intervento di sostituzione del ginocchio, il paziente sarà sottoposto a un programma di riabilitazione strutturato per aiutarlo a recuperare forza, mobilità e funzionalità del ginocchio. Questo programma include fisioterapia, esercizi e un aumento graduale dei livelli di attività sotto la guida dell’équipe sanitaria.

Per avere un’idea del tipo di riabilitazione da eseguire dopo protesi di ginocchio, consulta la pagina dedicata sul sito.

Assistenza successiva: Appuntamenti regolari di controllo con il chirurgo sono essenziali per monitorare i progressi, affrontare eventuali problemi o complicazioni e garantire una guarigione e un recupero ottimali.

I rischi dell’intervento

È importante notare che l’intervento di sostituzione del ginocchio, pur offrendo notevoli vantaggi, comporta anche rischi e potenziali complicazioni, come infezioni, trombosi e rigidità. Pertanto, è fondamentale discutere la propria situazione individuale con il proprio chirurgo per comprendere i potenziali rischi e benefici. Per ridurre i rischi operatori è fondamentale rivolgersi a chirurghi che operano in strutture sanitarie adeguate, con una elevata casistica e una equipe multidisciplinare (anestesista, fisioterapista, infermieri) esperta in questo tipo di chirurgia.

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Dr. Matteo Marullo

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